giovedì 14 marzo 2013

HABEMUS PAPAM


 "L'ALBERO DELLA VITA CROCIFISSA DI GESÙ  di UBERTINO DA CASALE "  
  dal CAP- 3 del lib. V dell' Arbor vitae crucifixae Iesu, Venezia 1485


AUGURI PAPA FRANCESCO

da. CAP-  3 del lib. V dell' Arbor vitae crucifixae Iesu, Venezia 1485 "L'ALBERO DELLA VITA  CROCIFISSA DI GESÙ di UBERTINO DA CASALE "

"Questo infatti era riservato al terzo stadio generale di tutto il mondo, nel quale è rappresentata in modo speciale la persona dello Spirito Santo, e al tempo dell`apertura del sesto sigillo, cioè al sesto stato della Chiesa, nel quale si doveva comunicare alla Chiesa la vita di Cristo e si doveva ritornare al principio della perfezione della vita di Cristo, quasi si stendesse un nuovo cerchio e un nuovo inizio della Chiesa, riportandosi alla Chiesa primitiva.

2049 Perciò ti ho già detto più sopra che questo sesto stato tiene gli occhi intenti in modo speciale sul tempo di Cristo, a similitudine del quale, nell'apertura del sesto sigillo, Giovanni dice: “ Ho visto un altro angelo che saliva dalI'oriente e portava il sigillo del Dio vivente”. Commentando questo versetto, nel libro sopra l'Apocalisse, l'abate Gioacchino dice: “ Questo è quell'angelo che Cristo, a motivo della sua consonanza con lui, guarda venire al principio del terzo stato del mondo “. E dunque chiaro che la illuminazione donata a Gioacchino afferma che al principio del sesto stato verrà dato al mondo un uomo angelico, quello che Cristo vede concorde con lui, perché apparirà come uno che rinnova in maniera tutta singolare la vita di Cristo.

2050 Ed io ho sentito da un solenne dottore di questo ordine che frate Bonaventura, allora ministro generale e dottore solenne, presente il predetto dottore che l'ha comunicato a me, nel Capitolo di Parigi proclamò asseverantemente che egli era certo e certificato che il beato Francesco era l'angelo del sesto sigillo e che l'evangelista Giovanni aveva inteso parlare alla lettera proprio di lui, della sua forma di vita e del suo Ordine, e quando scriveva quelle parole vedeva lui e il gruppo dei suoi figli, perfetti imitatori di Cristo, in tutte le pagine aperte a quel sesto sigillo. E questo medesimo frate Bonaventura nello stesso luogo asserì col massimo fervore, come ho udite da quella persona, se la memoria non mi inganna, che egli era certissimo di questo a motivo di rivelazioni, punto sospettabili, fatte a persone tali, che gli era impossibile dubitarne.
"Questo infatti era riservato al terzo stadio generale di tutto il mondo, nel quale è rappresentata in modo speciale la persona dello Spirito Santo, e al tempo dell`apertura del sesto sigillo, cioè al sesto stato della Chiesa, nel quale si doveva comunicare alla Chiesa la vita di Cristo e si doveva ritornare al principio della perfezione della vita di Cristo, quasi si stendesse un nuovo cerchio e un nuovo inizio della Chiesa, riportandosi alla Chiesa primitiva.


2049 Perciò ti ho già detto più sopra che questo sesto stato tiene gli occhi intenti in modo speciale sul tempo di Cristo, a similitudine del quale, nell'apertura del sesto sigillo, Giovanni dice: “ Ho visto un altro angelo che saliva dalI'oriente e portava il sigillo del Dio vivente”. Commentando questo versetto, nel libro sopra l'Apocalisse, l'abate Gioacchino dice: “ Questo è quell'angelo che Cristo, a motivo della sua consonanza con lui, guarda venire al principio del terzo stato del mondo “. E dunque chiaro che la illuminazione donata a Gioacchino afferma che al principio del sesto stato verrà dato al mondo un uomo angelico, quello che Cristo vede concorde con lui, perché apparirà come uno che rinnova in maniera tutta singolare la vita di Cristo.


2050 Ed io ho sentito da un solenne dottore di questo ordine che frate Bonaventura, allora ministro generale e dottore solenne, presente il predetto dottore che l'ha comunicato a me, nel Capitolo di Parigi proclamò asseverantemente che egli era certo e certificato che il beato Francesco era l'angelo del sesto sigillo e che l'evangelista Giovanni aveva inteso parlare alla lettera proprio di lui, della sua forma di vita e del suo Ordine, e quando scriveva quelle parole vedeva lui e il gruppo dei suoi figli, perfetti imitatori di Cristo, in tutte le pagine aperte a quel sesto sigillo. E questo medesimo frate Bonaventura nello stesso luogo asserì col massimo fervore, come ho udite da quella persona, se la memoria non mi inganna, che egli era certissimo di questo a motivo di rivelazioni, punto sospettabili, fatte a persone tali, che gli era impossibile dubitarne.