Ecosofia

ANTROPO-ECOLOGIA

 Ed. Terre Sommerse - 2009

Saggi scelti di W. Berry, E. Brown, J. Cooper, G. Eaton,A. Moore, S. H. Nasr, H. Oldmeadow, P. Sherrard

Spesso l’ecologismo moderno, preoccupandosi più degli effetti che delle cause ultime, viene a mancare di quella visione integrale, realmente in grado di cogliere il profondo rapporto spirituale tra uomo e natura. L’uomo, quale vicario in terra della volontà divina, ha avuto , fin dall’origine, la regale responsabilità di custode -quasi un sub-creatore- della natura  e di vivere in armonia con il cosmo. Quando l’uomo ha ritenuto di esserne il padrone assoluto,  la natura, già ferita, è stata  deturpata e sfruttata in maniera insensata e ciò sta purtroppo avvenendo da alcuni secoli; la conseguenza non potrà che essere  una catastrofe di dimensioni universali: riflesso inevitabile del tragico fallimento degli obiettivi spirituali dell’umanità.
L’interscambio tra l’uomo, le altre creature e la madre terra è stato, fin dalle origini dell’umanità, regolato da rispetto e da sacro timore.  Dopo lo  smarrimento del senso spirituale del creato, inteso come vestigium di una realtà altra, è sorta, negli ultimi tempi, l’ecologia come reazione e disperata difesa dell’habitat ferito. Essa è stata infine riconosciuta come nuova scienza dall’establishment scientifico ed intellettuale. Paradossalmente però, una volta codificata e accettata, ha finito per essere ridotta  alla sola prospettiva biologico-meccanicistica, anch’essa di fatto utilitaristica, senza riuscire a invertire e convertire in profondità le concezioni materialistiche  che stanno  alla base della stessa società industriale. Infatti,termini quali “sviluppo sostenibile”, se letti nella sola dimensione orizzontale,  sono null’altro che la traduzione ecologistica di una prospettiva di fatto meramente tecnico-economica. La visione dell’uomo  moderno, anche quando si rende conto dei disastri causati, tende a restare comunque in netto contrasto con la Natura e le sue leggi metafisiche, perfino quando esso dichiara o si impegna a volerla salvare. Sembra quasi che alla mentalità razionalistica e scientista diano  fastidio quei principi di diversità, di sovrabbondanza, di bellezza e gratuità, apparentemente inutili e sorprendenti, che sono invece tipici della natura e della vita.
Al contrario, con questa  raccolta di saggi , tradotti e curati dal nostro Eduardo Ciampi, viene proposto al lettore un percorso che – individuando le radici filsofico-religiose dell’attuale problema ambientale - invita a passare da un antropocentrismo deterministico, ad una nuova epistemologia, volta a ritrovare quel “Centro perduto” che permetta all’uomo di riacquisire la sua piena e originaria vicaria dignità nei confronti del creato. Si tratta quindi di assumere l’idea di un’antropo-ecologia fondata sulla sacra responsabilità dell’uomo nei confronti di Dio, di  se stesso, dell’ambiente naturale e del creato tutto. Solo alla luce di una prospettiva  metafisico-religiosa, che ci coinvolga nella nostra inscindibile interezza ed unità di corpo, anima e spirito, sarà possibile ritrovare  la via– a partire  da un personale processo interiore  - per un rinnovamento ed una inversione di rotta, che riguardi  il destino dell’umanità e della terra  in cui viviamo. Anzi, dopo la lettura del libro, parafrasando Raimondo Panikkar, suggeriamo al curatore di modificarne il titolo in “Teandro-ecosofia” :sapienza ambientale divino-umana, l’unica che ci può salvare.